L’utilizzo tradizionale di tesserini di prossimità per il controllo degli accessi a volte non offre la sicurezza desiderata. Chiunque detenga il tesserino può facilmente eludere il sistema. Questa lacuna ha spinto verso l’adozione di soluzioni più avanzate, abbracciando il mondo dei sistemi biometrici.
Queste tecnologie di riconoscimento biometrico vanno ben oltre, offrendo la possibilità di identificare i dipendenti attraverso il confronto automatico del volto con la foto associata sulla tessera. In alternativa, possono verificare l’impronta digitale memorizzata sulla tessera di prossimità con quella rilevata all’ingresso tramite apposito lettore.
L’Autorità Garante per la protezione dei dati personali ha sollevato alcune preoccupazioni in quanto le tecniche biometriche, sebbene mirate a rafforzare la sicurezza aziendale, potrebbero risultare invasive e sproporzionate rispetto agli obiettivi prefissati. Un esempio pratico si è verificato in un’università italiana, impossibilitata ad implementare un sistema di riconoscimento facciale per l’accesso alla mensa a causa delle riserve dell’Autorità Garante.
Tuttavia, in alcuni contesti aziendali, i sistemi di controllo accessi biometrici si rivelano indispensabili, assicurando sicurezza e monitoraggio preciso.
Resta da bilanciare l’efficienza di queste tecnologie con il rispetto della privacy, nell’ottica di garantire la tutela dei dipendenti e dell’azienda da potenziali rischi fisici, informatici o ambientali.